Librarsi liberi nell'aria e sentire la brezza scivolare sulle piume. Volo in alto, spensierato tra le nuvole. Cosa potrei chieder di più? Il viaggio di ritorno verso casa è il mio preferito.
Mi faccio cullare dalle correnti ammirando il brulichio della vita che scorre sotto di me. La terra si sta avvicinando. Ancora non la scorgo, ma la sua presenza è già nell'aria. Piccole imbarcazioni colorano il mare con le loro vele bianche. Qualche pesce guizza infrangendo le onde. Poi all'improvviso un raggio di sole mi abbaglia ed ecco che compare la costa. Le case a me care iniziano a farsi strada verso l'orizzonte, mentre l'aria si riempie di voci e garriti dei gabbiani che colorano di suoni il vento. Poi ecco il porto, ancora non completato. Me lo ricordavo più piccolo. Le grosse imbarcazioni si lascian dolcemente cullare, disinteressate al via vai che si accende intorno a loro. Mi abbasso e mi tuffo negli odori della vita. Ne vengo investito: i profumi della primavera si confondono con gli odori degli uomini, delle loro frenetiche attività. Volo a pochi centimetri dai tetti rossi, che si crogiolano in questo tiepido sole mattutino. Un gatto sornione mi guarda bramoso, ma una mia repentina virata gli fa svanire ogni velleità. Per oggi si cercherà un altro pasto.
Son felice, mi sento libero come non mai. Volo rapido tra le case, girando tutta la cittadina. Come se volessi controllare dopo una lunga assenza cosa è cambiato. Ma forse è così.
Gli alberi, che sporadici e solitari crescono nelle piazze, mostrano fieri le loro gemme verdi e i primi fiori. Ecco là il campanile della chiesa. Compagno fedele di calde estati. Mi dirigo verso il centro di Massa, mentre sotto di me guizzi di colori catturano i miei occhi attenti. Tutti sembrano colti da gran fermento. I bambini corrono eccitati attorno agli adulti che portano, verso il Municipio, grossa uova colorate. Anche per loro la primavera è una festa. Poi sazio di immagini, colori e odori volo stanco ma soddisfatto verso il mio mulino. Sotto di me i verdi campi son chiazzati di macchie di colori. Qualcosa è veramente cambiato! Il mio mulino non è più diroccato e in disuso come l'anno scorso. Ora si erge gaio, mostrando le sue pale nuove che solcan l'aria. Ci volo intorno incuriosito. E scorgo l'artefice di questo mutamento. Anzi gli artefici. Un giovane uomo dagli occhi scuri e dalla pelle diafana e una ragazza dal biondo crine, che riporta alla freschezza delle fresie. Li sento ridere, riempiendo l'aria di gioia. Penso che starò bene con loro.
E con mia sorpresa scopro che il mio nido è ancora lì, intatto e ben protetto. Il mio volo per oggi è finito